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Le primarie viste da un seggio
di Giorgio Casera


Domenica 16 ottobre, finalmente! Dopo mesi di discussioni, polemiche, frenate ed accelerazioni, si giunge al dunque. Le ultime settimane, poi, sono state particolarmente stressanti: mettere in moto la macchina organizzativa non è stato certamente semplice, con la contemporanea necessità di informare i cittadini, in un contesto politico che è sembrato fatto apposta per rendere superfluo l'evento (legge elettorale proporzionale). Quindi preparativi frenetici fino all'ultimo, e via.
Mi viene assegnato il dodicesimo dei tredici seggi di Monza, quello situato nella sede della circoscrizione 5, in via Bellini. La circoscrizione alle ultime comunali ha espresso una forte maggioranza di centrodestra (intorno al 60%), in particolare nel quadrilatero delimitato da via Boito, viale Battisti, viale Brianza e confine con Vedano, che rappresenta l'area “coperta” dal mio seggio, il centrodestra raggiunge percentuali bulgare. Bah, vedremo.
Il sabato pomeriggio effettuo il sopralluogo nel seggio e rilevo che l'ubicazione non è felice: si tratta di un locale ampio ma sotterraneo, cui si accede attraverso una scala piuttosto ripida con una ventina di scalini. La scala è dotata in verità di una poltrona mobile che scorre lungo la ringhiera, ma il consigliere di circoscrizione Mocchi mi informa che non è stata mai utilizzata e non è molto consigliabile farlo in questa occasione. Comincio a preoccuparmi per le persone anziane che dovessero accedere al seggio. Una serie di telefonate mi conferma che non c'è alternativa; mi metto il cuore in pace (e incrocio le dita per possibili incidenti).
Domenica alzataccia alle 6 (ma per andare a pesca o per funghi si fa di peggio). E' ancora buio quando si attaccano i manifesti, i simboli dell'Unione e le altre indicazioni necessarie in corrispondenza dell'ingresso. Poi in veloce sequenza si allestisce il seggio (migliore disposizione di tavoli e sedie, preparazione dell'urna, vidimazione delle schede etc.).
Alle 8 in punto il seggio è pronto. Appena il tempo di interrogarci con gli scrutatori sul possibile afflusso di elettori (da quell'area in particolare!) che arrivano i primi tre (sono le 8 e un minuto): sono in tuta e scarpette da ginnastica e sono contenti di essere i primi, poi si faranno una corsetta nel Parco. Se il buon giorno si vede dal mattino…
In seguito gli elettori si presentano alla spicciolata, intervallati da alcune pause. In linea con le previsioni, commentiamo realisticamente, e intanto ci permette di collaudare al meglio la procedura del voto (controllo della tessera elettorale, rilevazione dei dati dell'elettore, firma di quest'ultimo sul modulo di adesione al progetto dell'Unione e per la privacy, versamento dell'euro, consegna della scheda, voto e introduzione della scheda nell'urna).
Ma verso le 10.30 il flusso si fa continuo, nella sala si formano le prime code: malgrado l'efficienza degli scrutatori ci sono in alcuni momenti anche 10 – 15 persone in attesa. Eh si, arrivano, arrivano! Non ci si ferma più, ognuno svolge il suo compito senza più distrazioni, attento solo a smaltire il lavoro. Comincio a preoccuparmi perché ho una dotazione di 200 schede per tutta la giornata e se continua cosi... Per fortuna in tarda mattinata arriva un rifornimento di altre 200 schede.
Va avanti così fino alle 12, quando la pausa pranzo ci permette di rilassarci un po'. Tiriamo le somme: hanno votato in 195. Bel colpo, penso, ma basteranno le schede aggiuntive fino a sera?
Un salto a casa per mangiare un boccone e faccio in tempo a vedere nel TG Lombardia delle 14 le lunghe code ai seggi di Milano: capisco che si profila un successo di partecipazione oltre le previsioni. Ne sono felice ma mi preoccupo di quel che potrà succedere nel pomeriggio. Rientro al seggio dopo una deviazione per esprimere il mio voto al gazebo di via Debussy. E' trascorsa meno di un'ora ma mi avvisano che hanno votato altre 30 persone.
E il flusso riprende, come nei migliori momenti della mattinata. E con fasi di autentico happening:
arrivano le famigliole, con i bambini che scorrazzano per la sala mentre i genitori votano, arrivano signore e signori con cagnolini, che aspettano tranquilli in un angolo la conclusione delle operazioni di voto dei loro padroni. L'atmosfera, al di là della frenesia delle operazioni per ridurre l'attesa, è di simpatica allegria. Per me è anche l'occasione di incontrare vecchi colleghi di lavoro, ormai in pensione come me, che abitano nei paraggi, ma, poiché ciascuno ha i suoi itinerari, non ci vediamo quasi mai.
Arrivano anche, come temevo, elettori con gravi problemi di deambulazione, in questo caso il seggio si sposta in superficie e riusciamo così a far votare anche loro.
Molti elettori versano ben più dell'euro richiesto per far fronte alle spese dell'organizzazione (anche 10 o 20, e scoprirò il giorno dopo che queste primarie sono state anche un successo finanziario) e alcuni ci ringraziano per la disponibilità a prestare questo servizio, il che ci commuove un po'.
Nel tardo pomeriggio le schede cominciano a scarseggiare, ma poco prima del momento critico arriva il rifornimento dal centro di supporto, stavolta sotto forma di fotocopie, segno evidente che la partecipazione massiccia ha superato ogni ottimistica previsione. Fino alle 20 lavoriamo come matti, poi, lentamente, il flusso di elettori si fa più moderato, e si arriva alle 22, ora di chiusura, più tranquilli. Chiudiamo a 403 votanti. Fatto i conti, grosso modo ha votato il 25% del potenziale (gli elettori iscritti totali erano circa 4200; supposto che il 40% fossero di centrosinistra il bacino d'area era dunque di 1600 – 1700 elettori): non male!
Aperta l'urna, alla presenza anche dei rappresentanti dei candidati, si rileva la distribuzione dei voti: anche qui Prodi è andato alla grande, con l'85% dei consensi raccolti.
Quindi espletamento delle pratiche amministrative, smantellamento del seggio secondo la regola “lasciamo tutto come abbiamo trovato” e via a portare dati, soldi e materiali ad un affollato centro di raccolta, dove regnano grande euforia mista a confusione. Ma nessuno ci fa caso, dopo una giornata così. Vengo a conoscere là il bel risultato di Monza (più di 8000 votanti, e se ne stimavano 2000 – 2500!)
E' già passata mezzanotte quando torno a casa abbastanza distrutto, ma faccio a tempo a gustarmi una buona cena notturna.

Giorgio Casera


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  18 ottobre 2005